lunedì 31 agosto 2009

BLACK SWANS


L'immagine del cigno nero si può trovare, nolto ma molto più bella lol, nel sito www.briancairns.com .

Non sono certo esperta di economia, ma mi ha affascinata la metafora del cigno nero.

I Black Swans, secondo Nassim Nicholas Taleb, professore di "Risk Engineering" (questa davvero non la so lol) presso l'Università di New York ed autore dell'omonimo libro, sono eventi insoliti ed imprevedibili dei quali però, dopo la loro comparsa (spesso, ma non sempre, nefasta) si dice che qualcuno li aveva predetti, senza essere creduto. In realtà è difficile che vengano pronosticati, per la loro rarità e per il verificarsi repentino in un ambiente che non lasciava presagire la loro comparsa. Dice l'autore:

What is a Black Swan? It is a low-probability, high-impact event that...cannot be scientifically evaluated in terms of risk and return. Although Black swans are rarely predicted, they are retrospectively seen as having been anticipated...Black Swans can emerge as result of our intellectual arrogance and our ignorance of our limitations. (...)

Questi eventi imprevisti colpiscono l'economia, in modo devastante da quando Internet ha reso velocissime le comunicazioni. Taleb, mi sembra di capire (non ho letto il libro ma preso queste informazioni dall'Observer del 16 agosto scorso), predica la prudenza e il non-indebitamento rispetto al rischio finanziario; egli si fa il paladino dei regular joes, cioè delle persone prudenti e che non corrono rischi, nonché degli amministratori tradizionalisti (per i quali l'indebitamento è tabù), rispetto agli esperti di analisi matematica "creativa".
Dagli stralci che ho letto si capisce che, da un punto di vista pratico, ha ragione lui. Tanto più inquietante dover riconoscere che non si farà mai parte dei "regular joes" (o "janes" lol).

Ma fuor di metafora, avete mai visto un cigno nero?

venerdì 21 agosto 2009

GLI INTRADUCIBILI(?) - FIB

In questa, strana, parolina vedo la quintessenza dello spirito britannico, nel bene e nel male: un certo formalismo che può sfociare in ipocrisia, certo; ma che significa anche cortesia, rispetto dell'altro, l'essere, appunto, gentle. Fib sta, infatti, ad indicare una piccola bugia gentile, detta generalmente a fin di bene. Esempio: " Come mi sta questo cappotto che ho appena pagato tantissimo e non posso riportare indietro?" chiede l'amica. "Ma bene, dai sì, ti sta bene!" risponde l'amica caritatevole, sperando che il prmo sguardo sgomento non l'abbia tradita. La fib può servire a non ferire: se vuoi venire a cena da me ma non ti inviterò mai, perché mi sei antipatico, ti dirò che noi ceniamo quasi sempre fuori. "Frottola" è la traduzione che si avvicina meglio, per il senso di leggerezza; però in italiano ci vedo anche una connotazione morale (del tipo "Non raccontare frottole!"), mentre fib, generalmente, nel linguaggio corrente non ne ha; sono percepiti come un po' più negativi il verbo, to fib, e il nome, fibber (chi usa spesso le fibs); forse perché altra caratteristica della fib dovrebbe essere la sua casualità, l'essere usata solo se necessaria e, comunque, mai per il proprio interesse.

Cercando fib in rete ho scoperto un bellissimo blog: gottabook.blogspot.com che intendo linkare al più presto. Inizialmente avevo pensato che l'autore del blog facesse l'elogio della fib intesa come piccola bugia; si tratta invece di una curiosa forma di componimento poetico, detta "sequenza di Fibonacci", di cui almeno io non sapevo nulla. Molto graziosa però, ve la consiglio (e sono sincera lol).

Un'ultima cosa in difesa della fib: l'origine di questa parola non è nota, ma il CHAMBER'S Dictionary ipotizza "fable"; favola insomma.

giovedì 13 agosto 2009

INCREDIBILI VISIONI



Un extra-terrestre dice all'altro: "Io una volta ho visto un sostenitore dei Laburisti ad Henley, ma nessuno mi crede".


Vignetta vecchia (si vede lo so sigh); ma cambiando pochi elementi, si può rendere attuale.
Certo, fa sorridere solo se non si è assolutamente certi dell'esistenza degli E.T.


A voi Gentle Readers 'n Bloggers.

lunedì 10 agosto 2009

UNINVITED?





L'immagine è tratta da L'orda di Gianantonio Stella, sottotitolo quando gli albanesi eravamo noi, edito dalla BUR. La didascalia della vignetta, pubblicata dal giornale australiano "Italo-Australian", dice: ITALIAN GENTLEMAN.

Sull'argomento ho visto recentemente un film, "L'ospite inatteso", in inglese The Uninvited. Forse lo conoscete: il professore americano, grazie all'inatteso contatto con degli immigrati "buoni" ed alla loro musica, ritrova se stesso. Il film era bello e ben recitato, ma un po' buonista e al tempo stesso ambiguo per i miei gusti. Ad esempio, sarà vero che nei centri di detenzione ci sono solo impiegati neri, o sarà un messaggio del regista per comunicarci che in America, però, anche i neri possono essere integrati? Cioè, voglio dire, tra quei freddi burocrati non c'è nemmeno un bianco, se ci vado io mi scartano proprio perché non sono di colore né dell'est e potrei mettere a disagio chi si presenta per parlare con i suoi cari? mah.


Sull'onda dell'emozione per alcuni recenti fatti di cronaca, fra i quali cito quello che mi ha più colpita: un senegalese picchiato a sangue (forse non solo per aver guardato una ragazza bianca, ma poco importa il motivo); e per la lettura di un resoconto su Repubblica on line di come vengono trattate le persone nei centri di detenzione; nel ritrovarvi, Gentle Readers 'n Bloggers, ho voluto parlarvi di questo. Anche se è agosto...proprio perché anche agosto, come direbbe Orwell, è un po' più agosto per alcuni di noi; può diventare un incubo per gli altri.



Io, che credo nell'intelletto umano (come potrei altrimenti?), penso che libri come quello del'immagine possano aiutarci a maturare nell'atteggiamento, a fermare il razzismo strisciante che ci insidia tutti; a combatterlo nella vita quotidiana, anche nei piccoli gesti, anche solo nello sguardo che rivolgiamo a qualcuno di "diverso"; uninvited possiamo diventarlo tutti, è questione anche di fortuna e non sempre si può essere al posto giusto, nel momento giusto.

Ben ritrovati Friends.