lunedì 27 luglio 2009

INTERVALLO IN TRE LINGUE



Gentle Readers 'n Bloggers, lascio il blog per alcuni giorni. Et voilà pourquoi :








Can you blame me?



A presto

La vostra, fedele,


Licia Titania

domenica 26 luglio 2009

RISPOSTA DI TITANIA AI CINICI (TITANIA'S REPLY TO THE CYNICAL)

Tempi duri per gli artisti, i sognatori, le persone gentili.

Non temo tanto per mio figlio, già temprato fin dal nido dove devi stare attento che non ti freghino la macchinina e se siedi un attimo da solo, temendo che tu diventi "asociale" e (orrore!) individualista vieni subito "animato" con battimani e giochini più o meno educativi.

Non parlo di me, mi reputo una persona realizzata anche se forse, agli occhi del mondo, non è affatto così.

Penso ad amici, a molte persone a me care. La sensibilità, il voler prendersi del tempo per pensare, il desiderio di approfondire una questione prima di pontificare...l'amore per l'arte e il non voler apparire...perfino un certo disinteresse per il denaro ... quelle che un tempo erano qualità, sono ormai oggetto di derisione e, comunque, ostacoli sicuri alla carriera, se non addirittura all'ingresso nel mondo del lavoro.

A volte sembra che il mondo sia dei cinici.

Di chi era al posto giusto al momento giusto, e non per caso. Di chi ha saputo accettare il compromesso. Di chi fa le cose per piacere agli altri. Di chi è nato vecchio. Di chi è cambiato, perché la vita non gli ha dato quello che (secondo lui) meritava. Degli opportunisti e dei cinici.

Bene, è a loro che voglio dedicare questa stupenda leggenda irlandese (e non scappate! poi la traduco!!):


Some men were born with a heart of clay, and they may live quite well.


But some were born with a heart of fire. These men can find no peace, because they want to fly.



L'ho citato a memoria e un po' adattato ("find no peace" è una mia aggiunta basata sull'osservazione empirica)...e qui ve lo traduco.

Alcuni uomini nascono con il cuore di argilla, e possono vivere anche abbastanza bene.

Ma altri sono nati con un cuore di fuoco, e non trovano pace, perché vogliono volare.

S e qualche cinico legge il mio blog (cosa di cui dubito fortemente lol), si faccia pure avanti.

martedì 21 luglio 2009

PAROLE, ARTE, MANIFESTI ,MURI CHE CADONO


Questa immagine di una prima breccia nel muro di Berlino è stata scattata da FREDERIK RAMM, che nel 1989 aveva solo diciassette anni. Io l'ho trovata pubblicata su questo sito di WOLFGANG PRUSCHA: www.viaggio-in-germania.de/muro-foto html. L'ho scelta perché volevo un'immagine che trasmettesse, in qualche modo, le emozioni provate alla mostra Oltre il Muro (sottotitolo Tutto il Teatro in un manifesto - Polonia 1989/2009) a Palazzo Ducale, a Genova.

Si tratta di manifesti, con i quali gli artisti pubblicizzavano sopprattutto opere teatrali o trasposizioni di opere liriche; nei periodi in cui la censura era più rigida la loro creatività si sbizzarriva, anche a livello grafico, in modo eccezionale, proprio per le costrizioni a cui erano sottoposti. La caduta del Muro infuse nuova energia a queste opere artistiche, esenti (diversamente da quelle europee) dalle imposizioni della pubblicità. Arte libera, insomma.

Gentle Bloggers 'n Readers, vi propongo solo la riproduzione di un manifesto di Walkuski, fra quelli che ho preferito:





ma dovete immaginarvi questi poster enormi, i testi stupendi all'inizio, le didascalie LEGGIBILI, COMPRENSIBILI, non nascoste, non sommerse da faretti...cose non tanto scontate, nelle mostre. Però per riprovare quelle emozioni...credo che dovreste andarci. Non solo per gli splendidi manifesti, ma anche per le foto e le didascalie poetiche di Paolo Rumiz e Monika Bulay, ammirevolmente scelte ed esposte, per i filmati in lingua originale (sottotitoli? solo dove sono indispensabili), per le installazioni (alcune sconvolgenti). Effetto dépaysement assicurato, a meno che non siate di origine polacca.

Voglio lasciarvi con le parole che aprono la mostra. Sono state scritte da Wieslawa Stymborska (ci ho messo di più a scrivere il suo nome che tutto il post lol) e rese mirabilmente in italiano da Pietro Marchesani suo fedele traduttore. Per me dicono già tutto sul valore dell'arte, sulla poesia della lingua e sull'incomunicabilità tra i popoli, ma soprattutto tra le menti:

"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?" mi ha chiesto, e ha tirato un sospiro di sollievo. Infatti sono saltati fuori tanti di quei paesi che la cosa migliore è parlare del clima.
"Oh, Signora" vorrei risponderle, " i poeti del mio paese scrivono in guanti. Non dico che non se li tolgano mai - quando la luna scalda, allora sì.
In strofe composte di grida tonanti, perché solo questo penetra attraverso il mugghio della tempesta - cantano l'esistenza semplice dei pastori di foche. I classici incidono con ghiaccioli d'inchiostro su cumuli di neve calpestati. (...) Chi si vuole annegare deve avere una scure per fare un buco nel ghiaccio. Oh, Signora, mia cara Signora!"
E' così che vorrei risponderle, .
Ma ho dimenticato come si dice foca in francese.
Non sono sicuro del ghiacciolo e del buco nel ghiaccio.
"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?"
"Pas du tout" rispondo glacialmente.

BUONI, CATTIVI E INDIFENDIBILI

Il teatro della Tosse, a Genova, ha organizzato un divertente spettacolo sui "cattivi a teatro". Ci sono Medea (Margherita Romeo - quella che mi è piaciuta di più), Jack lo Squartatore, la strega di Hansel e Gretel (anche quest'attrice bravissima, si chiama Rita Falcone) e Lady Macbeth - impersonata da Sara Nomellini, molto affascinante, ma troppo sensuale per la parte secondo me. Più Salomé, insomma, che non Lady Macbeth, che ho sempre immaginato fredda, divorata solo dall'ambizione e non da passioni fisiche. La nostra "guida" tra un monologo e l'altro di questi cattivi, tesi a convincerci che "cattivo è bello", era Lombroso, il quale si affannava per trovare degli esempi di aspetto da "reo nato" (molto divertente la "barba bifida"). Uno spettacolo ironico, ma con dei momenti tragici molto belli.

Negli stessi giorni, per una casualità, ho visto anche
Tutta colpa di Giuda, dove un gruppo di carcerati dovrebbe rappresentare la passione di Cristo ma nessuno vuole impersonare Giuda. Solo che, si sa, senza di lui anche la storia di Gesù non ha senso...Per inciso in questo film c'é anche un cameo (una m? due? tre?) insomma un'apparizione di Luciana Litizzetto, nel ruolo di una suora (né buona né cattiva, se ve lo stavate chiedendo).

Poi c'è
Harry Potter...non crediate che me lo sia perso. Né l'ultimo film, né tutti i volumoni da me letti e custoditi con cura. Avete notato che i cattivi più importanti inventati da J.K. Rowling hanno nomi francesi? a partire da Voldemort: vol de mort. Per non parlare degli odiosi Malfoy: mal foie scritto nel modo antico, come dire "cattiva fede". Un piccolo scherzo da ex insegnante, probabilmente non tanto francofila, come molti inglesi.

Sono i cattivi nella finzione.

Quanto ai cattivi veri...Da ragazza pensavo che non esistessero. Credevo nella relatività: sì, il tale ha compiuto un crimine, ma al suo posto anche tu avresti reagito così...e ha delle attenuanti, da piccolo era molto povero e lo maltrattavano...ecc.
Ora penso che i cattivi esistano. E che chi fa del male ai più deboli - ad esempio ai bambini - non si possa p
erdonare, mai.

giovedì 16 luglio 2009

GLI INTRADUCIBILI - ?: EAT YOUR HEART OUT, FERNANDA! (PIVANO)





Questo un po' è traducibile: eat your heart out significa, letteralmente, "mangiati il cuore" (fino a non averne più: out), sottinteso per l'invidia (oppure, in senso figurato, "mangia fino a non poterne più": ma questo significato mi interessa meno). Roditi il fegato, potremmo tradurlo con buona approssimazione. Ma l'espressione italiana fa pensare ad una rabbia anche legittima, a preoccupazioni serie di chi si trova in una posizione di debolezza: "Si rode il fegato per le difficoltà economiche/per il lavoro del figlio" ecc., o anche per l'invidia. "Rodendosi il fegato" si possono davvero avere problemi di salute, mentre è improbabile che uno, per quanto invidioso, si divori il cuore da solo (almeno...credo).

Eat your heart out entra a far parte degli "intraducibili" nel suo uso più scherzoso, seguito cioè dal nome di qualcuno per indicare che si è fatta e/o ottenuta una cosa molto meglio di quanto avrebbe fatto l'altra persona, che pure eccelle in quel campo. E' molto usato, ironicamente, nel mondo dello spettacolo: così la mitica Goldie Hawn dopo uno dei suoi balletti: "eat your heart out, Liza Minnelli !" o dopo aver cantato "Bye-bye baby": Eat your heart out, Marilyn! Avrete capito che quando la si usa, di solito, il confronto è impari e a chi lancia la sfida verbale dell' eat your heart out non resta, in realtà, che l'ironia - che non è poco, comunque.
)
Aggiungo una postilla oggi, 20 agosto 2009; non perché Fernanda Pivano è morta ieri, ma perché la sua morte mi ha dato occasione di parlarne con una Gentle Reader, la quale mi segnala che questo "intraducibile" non è affatto chiaro. Dunque: "eat your heart out" si usa per confrontarsi, in modo scherzoso, con una sorta di mito, quando il confronto in realtà è impari. Io qui, nelle vesti di traduttrice, mi rivolgevo dunque a lei. Infatti Fernanda Pivano, per me, è (e lascio volutamente il tempo presente) un mito della traduzione; al di là del fatto che la sua "versione" di Hemingway sia stata (mi dicono) superata da altre più attuali, più efficaci, più fighe (scusate volevo dire più cool), lei per me resta il prototipo del traduttore, anche per il suo desiderio di entrare in quel mondo che traduceva, vivendolo in prima persona prima ancora di interpretarlo.
Per dare un altro esempio, un/una blogger con una decina di lettori (tra cui magari sua mamma e suo fratello, non il/la compagno/a che si rifiuta), potrebbe dire: Eat your heart out, Beppe Grillo.

mercoledì 15 luglio 2009

SCOTTISH HUMOUR

Non temete Gentle Bloggers 'n Readers, non sto per infliggervi uno sproloquio sulle differenze tra umorismo britannico e latino; soltanto una filastrocca un tempo amata dai bambini scozzesi, di Edinburgo in particolare:


Oh ye cannae shove yer grannie aff the bus,
Oh ye cannae shove yer grannie aff the bus,
Ye cannae shove yer grannie
For she's yer mammie's mammie,
Ye cannae shove yer grannie aff the bus.


...che in inglese sarebbe:

Oh you cannot shove your granny off the bus,
Oh you cannot shove your granny off the bus,
You cannot shove your granny
For she's your mummy's mummy,
You cannot shove your granny off the bus.


Si tratta, dunque, del fatto che non è bene spingere la nonna giù dall'autobus, perché la nonna è (pur sempre) la mamma della propria mamma...e di questo umorismo un po' surreale e cruento è pieno, vi assicuro, il folklore del Regno Unito. Ovviamente, nella versione originale, il ritmo conta quanto le parole; ma anche queste hanno la loro importanza.

Io lo trovo, nella sua assurdità, molto divertente.
Attendo curiosa le vostre reazioni e commenti...


martedì 14 luglio 2009

14 juillet 1789 - Liberté chérie




Rispetto la scelta di quei blogger che hanno deciso, oggi, di tacere in segno di protesta contro quella parte del DDL Alfano che sembra minacciare la libertà di pubblicare liberamente su Internet.

Chi mi legge e chi mi conosce bene non può pensare che non condivida, con tutta me stessa, questa protesta.

E' solo che oggi non riesco a stare zitta. E' proprio oggi la ricorrenza che Licia Titania ha scelto come data del suo compleanno (per questo nel mio profilo risulto avere 219 anni, cosa che non avevo previsto ma in fondo non mi dispiace lol).

Fino a poco tempo fa tenevo incollata sulla porta di casa, verso l'interno, una stampa che trovai ad un museo sulla Rivoluzione Francese (anni prima che fosse girato l'omonimo film di Roy Lekus e Francoise Jolivet): era l'immagine di un giacobino con la scritta: TREMBLEZ TYRANS.
Un giorno mio figlio, ancora piccolo, osservò: "Ma è inutile tenere questa scritta dentro casa, appendila fuori dalla porta!" cosa che apprezzai sia per le potenziali capacità logiche del ragazzino, sia per le implicazioni: NON ci considerava dunque dei tiranni (si parla di qualche tempo fa).
.
Detto, fatto: incollai la stampa sulla porta di casa, verso l'esterno.

Ebbene, Gentle Readers and Bloggers: dopo pochi giorni mi fu rubata.

Non così la mia, la nostra libertà di pensiero, di parola, di scrittura. Di risata.

E ricordiamoci tutti che la Rivoluzione Francese, senza i pensatori e gli intellettuali che l'hanno preceduta, non ci sarebbe stata. Perciò un applauso e il mio ringraziamento a tutti quei blogger, socialmente impegnati, che sono pronti a segnalarci le ingiustizie e le contraddizioni del potere.
Qui in Rete, per fortuna, non tagliamo teste; ma possiamo sollevare l'indignazione e diffonderla; o coprire di ridicolo chi si crede al di sopra del giudizio comune..
Mi piace allora, proprio oggi non tacere, ripeterlo invece qui, ad alta voce appunto:


TREMBLEZ TYRANS.


lunedì 13 luglio 2009

DUE MARI

In questi giorni di attività frenetica, di figlio in piena crisi pre-adolescenziale (ma quanto presto iniziano?? beh sì io ero uguale, non che questo aiuti...), di complicatissima organizzazione delle vacanze per tutti, di cure feline extra, di...

Due mari mi chiamavano, e non riuscivo ad andarci.
Per mancanza di tempo; per spossatezza; per scoramento. Per pigrizia!

Il Mar Mediterraneo. Le onde lunghe, il sole a picco, la sabbia, i bambini. Il rumore dela risacca verso sera, quando dai bagni pubblici ti buttano fuori.
Il mare della Rete. I blog, le parole e le immagini, le cose da scoprire, le cose da dire, quel pensiero da condividere, quell'emozione comunicata o un po' celata.

Mi mancavano entrambi, devo dire - anche se sono stati solo pochi giorni.
Ma ora sono in vacanza.
Al mare ci sono già stata, fino a scottarmi; ma non mi pento. Ho già fatto fuori tre romanzi, dieci caffè shakerati, tre cuffie da piscina (perse dal figlio); almeno 24 ore complessive senza pensare a niente, vivendo e basta.

Ed ora sono qui; felice di essere tornata.


Ben ritrovati, Gentle Readers.