venerdì 26 novembre 2010

MI OFFRI UN CAFFE' O MI MANDI UNA MAIL?





Ho iniziato a lavorare, debbo dirlo, prima dell'avvento delle mail. Quando ero studentessa e, poi, giovane insegnante c'era un'espressione che si usava: Prendiamo un caffè insieme?.

Questa frase significava:

- non abbiamo tempo per diventare amici, ma mi sei simpatico/a; passiamo insieme un momento (quello breve, ma libero da impegni, del "caffè");
- parliamo più a fondo di questo argomento, fuori dall'ambiente formale di università/uffici/scuola.
Nella sua variante Posso offrirti un caffè? poteva assumere una sfumatura di corteggiamento, laddove la brevità del momento della tazzina poteva indicare sia timidezza ("Non oso invitarti a cena, perché non sono abbastanza sicuro di piacerti") sia un'odiosa tendenza all'avarizia (il caffè costa meno perfino della pizza).

Oggi questo rito del caffè estemporaneo (non per svegliarsi o per digerire dopo pranzo) mi sembra caduto in disuso. E' stato sostituito da una frase che io, personalmente, detesto: Ti mando una mail. Quando una persona mi dice così, magari in risposta ad una mia richiesta, ecco ciò che intendo:

Sei troppo noiosa, preferisco scriverti che parlarti, anche perché così non mi interrompi.

oppure:

Non te lo dirò mai. Aspetta, aspetta la mia mail; che tanto poi diamo la colpa a Fastweb (questa, lo confesso, l'ho usata anch'io).

O ancora:

Non ho tempo per parlarti, né tantomeno per concentrarmi su di te e sul tuo problema. A dire il vero da quando ho internet, io non riesco più a concentrarmi, se non sono davanti a un computer. Perciò dovrai aspettare che io sia "connesso/a" e cercherò di risponderti.

La mia risposta preferita resta sempre:

Quei documenti? te li stampo e te li porto, poi ci diamo un'occhiata insieme e, magari, ci prendiamo un bel caffè.

Lo so, non sempre è pratico fare così. Ma la tazzina di caffè, con il mondo civile e gentle che rappresenta, resta la mia opzione preferita.

RENATO COME PIERINO

Professoressa - piglio severo, occhiali molto molto grandi (perché odia gli occhialini lol), aria solo un filino sadica:
- Dunque, vediamo chi interrogo oggi...allora, Abaco no...Bacco nemmeno...Ehm, ehm, uno a caso...BRUNETTA!

Renato, che si era assopito un istante, sobbalza.

- Sì, Prof?

- Brunetta...interrogato di storia!

- Ma Prof, non sono preparato...Lei lo sa che la mattina mi alzo presto e, prima di venire a scuola, sistemo i banchetti al mercato...sono troppo stanco per studiare!

La Prof, tra con quella sua espressione tra indulgente ed esasperata:

- Ma Brunetta, insomma, te l'ho detto tante volte...lo studio potrebbe permetterti di riscattarti...di avere un futuro migliore...

Renato, indignato e ormai completamente sveglio:

- Io non ricatto nessuno, capito! (con tono più blando): - Comunque va bene Prof, studierò, proprio come dice lei.

(aggiunge parlando tra i denti): Così sistemerò tutti quelli come te, sempre col naso nei libri o a scribacchiare, fannulloni che non siete altro!

sabato 13 novembre 2010

BACK TO MY BLOG




Va bene gli impegni, va bene la stanchezza, ma a me manca il blog. E mi manca leggervi.

Perciò sono tornata.