lunedì 10 agosto 2009

UNINVITED?





L'immagine è tratta da L'orda di Gianantonio Stella, sottotitolo quando gli albanesi eravamo noi, edito dalla BUR. La didascalia della vignetta, pubblicata dal giornale australiano "Italo-Australian", dice: ITALIAN GENTLEMAN.

Sull'argomento ho visto recentemente un film, "L'ospite inatteso", in inglese The Uninvited. Forse lo conoscete: il professore americano, grazie all'inatteso contatto con degli immigrati "buoni" ed alla loro musica, ritrova se stesso. Il film era bello e ben recitato, ma un po' buonista e al tempo stesso ambiguo per i miei gusti. Ad esempio, sarà vero che nei centri di detenzione ci sono solo impiegati neri, o sarà un messaggio del regista per comunicarci che in America, però, anche i neri possono essere integrati? Cioè, voglio dire, tra quei freddi burocrati non c'è nemmeno un bianco, se ci vado io mi scartano proprio perché non sono di colore né dell'est e potrei mettere a disagio chi si presenta per parlare con i suoi cari? mah.


Sull'onda dell'emozione per alcuni recenti fatti di cronaca, fra i quali cito quello che mi ha più colpita: un senegalese picchiato a sangue (forse non solo per aver guardato una ragazza bianca, ma poco importa il motivo); e per la lettura di un resoconto su Repubblica on line di come vengono trattate le persone nei centri di detenzione; nel ritrovarvi, Gentle Readers 'n Bloggers, ho voluto parlarvi di questo. Anche se è agosto...proprio perché anche agosto, come direbbe Orwell, è un po' più agosto per alcuni di noi; può diventare un incubo per gli altri.



Io, che credo nell'intelletto umano (come potrei altrimenti?), penso che libri come quello del'immagine possano aiutarci a maturare nell'atteggiamento, a fermare il razzismo strisciante che ci insidia tutti; a combatterlo nella vita quotidiana, anche nei piccoli gesti, anche solo nello sguardo che rivolgiamo a qualcuno di "diverso"; uninvited possiamo diventarlo tutti, è questione anche di fortuna e non sempre si può essere al posto giusto, nel momento giusto.

Ben ritrovati Friends.

15 commenti:

  1. Sintonia totale. L'ho scritto anch'io in un post: col passare del tempo le persone stanno diventano insofferenti, andando poi spesso a parare dove si sbandierano soluzioni demagogiche e patetica tolleranza zero; ed è questo che fa rabbia.

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  2. @ Lucien: grazie per le tue parole, l'ho scritto di getto perché è un argomento che sento molto. Ciao.

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  3. Mai stato nè almeno sentito invited. Mi stao al posto giusto al momento giusto. E oggi ho viagiato su un vagone pieno di senegalesi sorridenti e sudamericani meditabondi. Ho capito che parlavano di un futuro, tralasciando il tristo presente. Un po' li ho invidiati. Bentornata Licia

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  4. Scusa gli errori, battitura troppo veloce...

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  5. @ F. Zaio: ben ritrovato a te. Mi piace quello che hai scritto; gli errori di battitura non mi hanno impedito di capire!!Non voglio sembrare presuntuosa, ma mi piacerebbe che su questo blog nessuna persona, purché rispettosa degli altri, si sentisse mai "uninvited". Questo è anche il senso della figura che ho scelto per il "welcome". Poi passa mio figlio mentre scrivo sul blog, scuote mestamente la testa ed esclama "Ah Ah, Licia Titania! Non lo leggerà nessuno!!!"...all are invited, anyway.

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  6. Oh, io qui mi considero in casa di un'amica, se vedo che ci sei busso e - se non disturbo - entro volentieri a fare due chiacchiere, e mi trovo perfettamente a mio agio. Ho letto "L'orda" (che dovrebbe diventare lettura obbligatoria per quei decerebrati della Lega, se fossero in grado di comprenderlo) e visto "L'ospite inatteso". Più che definire ambiguo il film, direi che il personaggio principale sembra rappresentare bene le contraddizioni di chi è "politically correct" di fronte alla diversità, no? Ma è giusto e bello disporre di chiavi interpretative diverse...:-)

    Bentornataaaaa!

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  7. @ luposelvatico: punto primo: quindi tu pensi che non sia il film ad essere ambiguo, ma che esso esprima, volutamente, le nostre contraddizioni in questo campo. Potresti avere ragione (guarda che è raro che io pronunci queste parole!).
    Punto secondo: grazieee!

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  8. Ottimo il libro di Stella (un bel pugno nello stomaco comunque). Il film non mi è dispiaciuto. Ambiguo? Non so. Forse un po' superficiale.

    PS non dar retta a tua figlio. I miei mi prendono sempre in giro con "a chi vuoi che interessi!"

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  9. @licia: è la mia interpretazione, ma potrei anche aver torto (guarda che è raro che io pronunci queste parole, lol!)

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  10. ma il mio commento di 2 giorni fa non è comparso????? :(

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  11. @ Antonio: no! puoi ripostarlo? ci terrei a leggerti. @ tutti: prometto di eliminare al più presto le odiose, e confusionarie, letterine quando si commenta.
    @ Artemisia: è vero, era anche un libro molto duro.

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  12. ok, ora non ricordo bene tutto quello che avevo scritto. cerco di sintetizzare.

    il libro non l'ho letto, ma l'immagine che hai postato è molto efficace.

    per quanto riguarda il tema affrontato, beh direi che è delicatissimo.

    nella storia culturale del nostro paese si è detto che l'Italia è razzista ma si è anche detto che il razzismo in Italia non esiste.
    e nelle cronache di tutti i giorni si fanno vedere ora orde di extracomunicari che deturpano e saccheggiano il nostro paese, ora storie che dipingono ogni straniero come una salvezza per tutti noi.

    si tratta delle solite strumentalizzazioni dei media di massa, di cui mi tengo da anni ben lontano.
    insomma, nella realtà non esistono nè i senegalesi-diavoli nè i senegalesi-angeli.
    o meglio: esistono entrambi. ogni semplificazione rivela una matrice chiaramente ideologica e propagandistica, che giudico profondamente gretta, per non dire meschina.

    per me il problema è rinnovare la coscienza dell'uomo. una volta che sarà rinnovata non ci sarà più possibilità di razzismo.
    ogni uomo può essere diverso da un altro uomo, per tratti somatici, muscolatura, persino facoltà intellettive, ma resta sempre un UOMO e condivide questa "umanità" con tutti gli altri UOMINI.
    questo deve essere compreso a livello profondo. i servizi sui senegalesi-demoni o sui senegalesi-angeli davvero non possono insegnarci nulla di buono.

    mi piace molto invece quanto hai scritto qui: Non voglio sembrare presuntuosa, ma mi piacerebbe che su questo blog nessuna persona, purché rispettosa degli altri, si sentisse mai "uninvited". Questo è anche il senso della figura che ho scelto per il "welcome".
    questo è molto importante. davvero.

    un saluto e ad futurum! :)

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  13. @ Antonio: grazie. Sì, sono d'accordo con te: anch'io ne faccio un discorso di "umanità" nel vero senso della parola, e anch'io detesto il buonismo e il "politically correct" ad ogni costo.

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  14. Per me, benchè il discorso abbia parecchie (e complesse) connotazioni storiche, economiche, filosofiche, politiche ecc., si possono però induividuare almeno 3 fatti.
    1) Ci siamo dimenticati che anche il nostro è stato per decenni un Paese di emigranti, con tutti i drammi che i nostri padri (ma anche i nostri fratelli maggiori...) hanno dovuto soffrire.
    2) In Italia il razzismo ESISTE e ciò è provato da un mentalità che Lega a parte, è diventata ormai quasi senso comune. I molteplici atti di razzismo che riguardano tanti e tante che vengono da noi per scappare da Paesi devastati da guerre, fame e carestie non si possono certo negare.
    3) Ovvio, anche tra gli immigrati esisterà chi non è angelo. Ma il punto è opporsi al razzismo; poi, per chi non è angelo e delinque, esiste la legge.
    Ma lasciarli morire in mare come è accaduto di recente ed A PRIORI cioè ancor prima di sapere chi siano costoro (a qualunque Paese appartengano)mi sembra un po' scortese...
    Il fatto è che prima di tutto gli extracomunitari sono considerati forza-lavoro, che prima o poi si cercherà di far rientrare... magari per lavoretti stagionali.
    Ciao Licia.

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  15. @ Riccardo: sono completamente d'accordo con te. Ciao:

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