domenica 17 gennaio 2010

HAITI

Di solito si sottolinea come la nostra epoca, in cui le immagini prevalgono sullo scritto, ci abbia in qualche modo immunizzati dall'immagine del dolore. A forza di vedere le foto delle atrocità della guerra ci si fa quasi l'abitudine...
Per Haiti non è stato così, almeno per me. Le foto di quei bambini, bellissimi (si può dire che alcuni popoli, in media, sono particolarmente belli?), con il viso devastato dalle ferite e dal terrore, mi hanno colpita come, forse, la mera notizia del terremoto non sarebbe riuscita a fare.

In un momento così tragico la reazione più giusta mi sembra quella di chi, come Alberto Cane, cerca di fare qualcosa di pratico. Alberto, nel suo post, propone una serie di iniziative concrete per aiutare quelle persone. Indirizzi utili in tal senso si trovano anche nel blog del Guardiano del Faro.

In questo momento, per chi non prega, agire concretamente con un aiuto anche economico mi sembra, anche, un modo di reagire al senso di amarezza che rischia di sopraffarci.

8 commenti:

  1. Davanti a questa apocalisse riesco solo a guardare in silenzio, attonita. Impotente.

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  2. Sono d'accordo che bisogna fare qualcosa Licia. Sugli aiuti economici, invece, sono molto sospettosa.
    Da molto tempo ormai, prima di dare un'aiuto economico per situazioni simili mi accerto di chi siano i gestori e, onestamente, prediligo le associazioni piccole e poco conosciute ma molto volenterose dove tutto può essere verificato con facilità piuttosto che le multinazionali come la croce rossa, UNICEF etc che finiscono con l'investire quasi il 70% delle donazioni che ricevono per i salari dei loro dipendenti...Laddove è possibile, inoltre, preferisco contribuire comprando cose piuttosto che dando denaro. Insomma, preferisco comperare personalmente il biglietto aereo per un volontario che va ad Haiti piuttosto che dar loro il denaro per comprarlo.
    Insomma mi piace sapere come spendo i soldi che dono. Come ho scritto nel mio post sul grande business del sociale, sfortunatamente, alcuni furboni hanno fatto delle tragedie come questa la loro principale fonte di entrate e delle persone generose ed addolorate i sostenitori del loro tenore di vita... Ed io non ci sto.

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  3. Alla notizia della tragedia, abbiamo pubblicato sul "Faro" i recapiti della Croce Rossa e di altre agenzie internazionali che si stanno muovendo in aiuto della popolazione haitiana, quindi abbiamo sospeso le attività del blog per tre giorni, in segno di partecipazione al lutto. Tuttavia, è sorto spontaneo il bisogno di fare anche una breve riflessione con un post intitolato "Oltre le sciagure". Lo riporto integralmente:
    Catastrofi come quella del terremoto verificatosi ieri l’altro ad Haiti sono devastanti, spaventose, scioccanti. La loro forza distruttiva è smisurata, non conosce barriere e cancella tutto ciò che trova innanzi a sé: case, monumenti, strade e vite umane!
    Sembra che la scienza non abbia trovato ancora il modo di prevedere in anticipo certi fenomeni, per limitarne gli effetti.
    Dunque, nulla si può contro le forze della natura, se non osservare certi elementari principi di prudenza, costruendo ad esempio edifici più stabili, capaci di resistere all’urto di terremoti, tempeste e tzunami.
    Sta di fatto che dopo ogni sciagura, i popoli della Terra si prodigano nel prestarsi mutuo soccorso. E' una gara di solidarietà nobile ed ammirevole! Ma è un fenomeno transitorio, passeggero.
    Finita l’emergenza, tutto ritorna come prima: ciascuno riprende a coltivare il proprio “orticello”, dimenticando i bisogni degli altri.
    C'è come un tarlo in noi esseri umani, che ci induce a rivaleggiare, a prevaricare e a guerreggiare.
    Passate l'emergenza e la paura, finiamo col dimenticare la precarietà della nostra esistenza.
    Spinti da un certo istinto individualistico, scordiamo che la nostra vita è sottoposta a forze ben più grandi di noi.
    Ecco che episodi come quello di Haiti dovrebbero insegnarci a convivere e a collaborare per la ricerca di una soliderarietà umana permanente ed il conseguimento di un “equilibrio” universale.

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  4. @ Guardiano del Faro: grazie. Aggiornerò il mio post.

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  5. @ Enrica: però mi sembra giusto che le persone possano scegliere. Io tendo a fidarmi di quelle dove conosco qualcuno (ad esempio la Comunitdi Sant'Egidio, ma varrà per gli alti livelli?).

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  6. quella e una terra bellissima peccato che la politica faccia di tutto per distruggerla

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  7. iscriviti al mio forum www.smaldoneadriano.forumfree.it

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  8. @ Adriano: lo farò. Intanto ti ho linkato lol.

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