venerdì 10 dicembre 2010

LA SORPRESA DI TUCIDIDE SUL BUS

Anche oggi protesta degli studenti contro la "riforma" della scuola. Un gruppo di loro attende l'autobus; hanno i volti allegramente dipinti, si consultano: "Voi quale bus prendete? noi il 35; voi occupatevi del 40, dai". Il tono sommesso smentisce l'ipotesi, balenata per un solo istante, che si tratti di un "attacco" come quello dei "barbari" inglesi contro l'auto di Carlo e Camilla. Cosa vogliono allora? Alcuni salgono sul mio stesso autobus...


A turno, un po' timidi, cominciano a leggere:

I pregi della costituzione ateniese

37 Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nome, per il fatto che non si governa nell'interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione. Inoltre viviamo liberamente come cittadini nell'occuparci degli affari pubblici e nei confronti del sospetto che sorge nei confronti l'uno dell'altro dalle attività quotidiane, non adirandoci con il nostro vicino, se fa qualcosa per proprio piacere, né infliggendo umiliazioni, non dannose ma penose a vedersi. Trattando le faccende private, dunque, senza offenderci, a maggior ragione, per timore, non commettiamo illegalità nelle faccende pubbliche, dato che prestiamo obbedienza a coloro che di volta in volta sono al potere ed alle leggi e soprattutto a quante sono in vigore per portare aiuto contro le ingiustizie e quante, benchè non siano scritte, comportano una vergogna riconosciuta da tutti.

La guerra del Peloponneso II, 40

Le buone qualità dei cittadini ateniesi

Testo originale Tuc. II, 40-42

40. Infatti noi amiamo ciò che è bello ed insieme frugale ed amiamo la saggezza senza mollezza, ci serviamo della ricchezza più per l'opportunità di azione che per lo sfoggio in un discorso, e non è vergognoso ammettere di essere povero, anzi è più vergognoso tentare di rifuggire con i fatti la povertà. Le stesse persone si possono occupare diligentemente degli affari domestici e politici contemporaneamente e per gli altri, che si sono dedicati ad ( altre ) occupazioni ( è possibile ) conoscere le attività dello Stato abbastanza bene. Noi soli, infatti, consideriamo chi non prende assolutamente parte a queste questioni ( politiche ) non quieto, ma inutile e noi stessi giudichiamo o discutiamo correttamente le questioni, dato che riteniamo che le parole non siano d'ostacolo alle azioni, anzi piuttosto non essere stati informati in anticipo da un discorso prima di andare ad occuparci di ciò che bisogna compiere con un'azione. (...) E noi soli portiamo aiuto senza timore a qualcuno non tanto tenendo conto del guadagno, quanto per la fiducia che deriva della libertà.

Volevano leggerci il discorso di Tucidide su Atene! questi ragazzi credono ancora al valore sovversivo delle parole! credono ancora alla cultura. (Il grassetto è mio, nelle parti del discorso che mi hanno colpita di più).

Fin qui, la parte bella.

Più tristi i commenti dei miei concittadini, sempre sull'autobus:

Saranno testimoni di Geova?

Bisognerebbe spegnere la luce! (questa, giuro, non l'ho capita).

Ah, questa gioventù!


Pochi hanno applaudito. Non so se i ragazzi fossero un po' delusi. Ma sono stati coraggiosi a leggere in autobus, davanti ad un "pubblico" genovese che è già freddino a teatro - figuriamoci sul bus.

A proposito...avete notato l'attualità delle parole di Tucidide? Vorrei ringraziare quei ragazzi del Liceo Classico.

La notizia che li riguarda si trova qui.


5 commenti:

  1. A tutti quelli che mi chiedono in che periodo mi piacerebbe essere vissuto rispondo sempre, Grecia quinto quarto secolo avanti cristo. Bravi ragazzi, bravi.

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  2. Bellissima questa iniziativa degli studenti e molto confortante. Mi ero fatta l'idea che nessuno credesse più a niente, soprattutto i giovani perché tutto quello spaccare e gridare e "fare casino" che ci hanno mostrato i media delle loro proteste era davvero deprimente. Io sono certa che questa è la vera rivoluzione, quella della cultura, della ragione, delle iniziative semplici ma che toccano nel profondo... Se alcuni cittadini sull'autobus non hanno capito, è solo per via dell'ignoranza ma se gli studenti insistono, un giorno capiranno anche loro...
    Ecco... adesso mi dispiace di non avere 18 anni...

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  3. @Alberto e Enrica: grazie per i vostri commenti. Su questo argomento la pensiamo assolutamente allo stesso modo.

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  4. Mi hanno depresso le sparate di quei viaggiatori. Spero sia solo una coincidenza.

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  5. Bravi! Forza ragazzi! Questo vecchio paese non vi merita.

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