venerdì 15 gennaio 2010

UNA MOSTRA SUGLI IMMIGRATI (IMMIGRATI - I PARTE)




Mi scuso subito per la scarsa qualità tenica del'immagine, tratta dal catalogo della mostra Lamerica (sottotitolo 1892-1914: da Genova a Ellis Island, il viaggio per mare negli anni dell'emigrazione italiana), che si è appena tenuta, appunto, a Genova, al Museo del Mare.

Mostra suggestiva per molti aspetti; c'erano le vere cabine di terza classe, naturalmente ricostruite, ma con materiale autentico. La mostra aveva scopo didattico, quindi ripercorrendo nell'immaginario il viaggio di una vera immigrata (tale Anna Sciacchitano) ci si rendeva conto delle condizioni di disagio, inimmaginabili per un piccolo italiano di oggi, in cui viaggiavano questi Italiani di allora: ad esempio, a parte le condizioni igieniche (un unico lavandino per centinaia di persone, ecc.), i bambini di sette anni erano considerati "ragazzi"; venivano separati dalla madre e messi a dormire con gli uomini, anche se lì talvolta volavano coltellate.

Ma le foto sono ciò che mi ha colpita maggiormente; per questo ho voluto riproporvele, sia pure così maldestramente riprodotte lol.

Perché mi ha colpita lo sguardo precocemente maturo, quasi cinico, dei bambini; la faccia materna ma dura e concentrata delle donne; l'aria determinata degli uomini. Non un sorriso su quei volti. Un'amica, con cui visitavo la mostra, dice: "Proprio facce da disperati". Ma guardando bene, in fondo a quegli occhi scuri...anche azzurri ma scuri e con le pupile dilatate, non solo dal flash ma, forse, da un'emozione che oggi si cercherebbe nella droga o negli sport estremi... vedo una grande tenacia, determinazione, e soprattutto una cosa importante, quella che forse rende tale l'uomo: la speranza.

Uomo in senso lato, si capisce.

4 commenti:

  1. bella mostra e bell'articolo.
    consiglio anche un bel film italiano, Nuovomondo, di Crialese, tra i migliori registi emergenti.
    http://robydickfilms.blogspot.com/2009/12/nuovomondo.html

    RispondiElimina
  2. La mostra è molto interessante ma ciò che mi colpisce di più è il tuo ultimo paragrafo.
    Sai.. io credo che le grande "sfide", anche attraverso un tunnel buio fatto di disperazione, distacchi, deprivazioni di vario genere, possano regalare tanto.
    Anche a chi, estraneo, guarda una foto, dopo anni e anni di distanza: quella speranza, quella tenacia, quello sguardo che raccont un andare avanti nonostante tutto, appesi forse alla fede, forse a chissà che altro... insegna, trasmette, interroga...

    RispondiElimina
  3. Sono andato a vedere la mostra coi miei figli, molto istruttiva. Spero ci abbiano portato delle scolaresche. Anche se, come vediamo tutti i giorni, certe lezioni si dimenticano.

    RispondiElimina
  4. @ Roby Dick: grazie. Vado a vedere la tua recensione.

    @ Occhi di Notte: sì, hai proprio colto ciò che intendevo. Ciao .-)

    @ Franco Zaio: La mia scuola ci ha portato i ragazzi; non credo che siano rimasti indifferenti, in fondo sono meno insensibili di quanto sembri.

    RispondiElimina

I vostri commenti mi fanno molto piacere. Se siete Gentle Readers ma non Gentle Bloggers, potete cliccare su "Nome /URL" ed inserire un vostro "nick" nel campo "nome"; in questo modo potete, se lo desiderate, mantenere il riserbo sulla vostra identità, evitando però l'antipatica dicitura ANONIMO. Se queste spiegazioni sono incomprensibili commentate come volete, purché ovviamente nel rispetto di tutti; mi fa comunque piacere aver suscitato il vostro interesse.