In fine, siccome Anacreonte desiderava potersi trasformare in ispecchio per esser mirato continuamente da quella che egli amava, o in gonnellino per coprirla, o in unguento per ungerla, o in acqua per lavarla, o in fascia, che ella se lo stringesse al seno, o in perla da portare al collo, o in calzare, che almeno ella lo premesse col piede; similmente io vorrei, per un poco di tempo, essere convertito in uccello, per provare quella contentezza e letizia della loro vita.
Ho sempre amato Leopardi; quello vero, tenero ironico e perfino sensuale oltre che, come banalmente si tramanda, "pessimista". Amo, poi, moltissimo la "prosa lirica", cioè quella forma di prosa che, per ritmo, musicalità e contenuti, diventa un altro modo di fare poesia. I poeti sanno esprimere ciò che proviamo, anche quando non sapevamo di provarlo; i poeti ci scuotono e ci trasportano, nel nostro mondo e poi nel loro (a volte il nostro è anche il loro). Li invidiamo, a volte li temiamo; non potremmo fare a meno di loro.
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