venerdì 5 giugno 2009

GLI INTRADUCIBILI - ?

Ho in mente questa nuova rubrica dal titolo provvisorio, spero che vi piacerà.
Vorrei proporvi alcuni termini che hanno, nella lingua in cui si usano, un significato talmente preciso, e così legato alla cultura di un paese ed al modo di intendere e studiare la realtà, da risultare - appunto - praticamente intraducibili.


Le parole che ho in mente per ora sono tutte inglesi, ma non è detto che si tratti di una regola.

Vero è che l'inglese secondo me è una lingua ricchissima, pronta sempre ad accogliere nuove forme e sfumature per spiegare anche i sentimenti più reconditi; parlo dell'inglese vero non di quello "bastardo" che noi e dico NOI insegnanti propiniamo (spesso per pigrizia) ai ragazzi a scuola.

Vorrei iniziare dal termine
needy. Certo deriva da need, bisogno e sta, quindi, ad indicare appunto una persona "bisognosa".
Ma col tempo ha preso un'accezione precisa, di tipo psicologico; questo aggettivo riassume in sé gli aspetti di una persona "bisognosa" di affetto, rassicurazioni continue, coccole. Non solo: la parola inglese riassume (
sums up) una serie di comportamenti, non necessariamente o sempre equilibrati, derivanti appunto da questa neediness. Se io dico "He left her because she was too needy" il mio interlocutore anglofono comprenderà immediatamente e visualizzerà una donna che telefona troppe volte, che chiede in continuazione se l'altro la ama e se la ama davvero e a cosa sta pensando...esempio che, mi affretto a sottolineare, poteva essere anche al contrario (dalle mie ricerche, naturalmente in Rete!, la neediness sembra affliggere maggiormente l'uomo americano, ma preferisco non approfondire questo aspetto lol).

Ecco: la parola
needy fa parte di un gruppo di vocaboli ed espressioni che, secondo me, debbono essere citate nell'originale; non certo per snobismo, ma proprio perché non esiste in italiano una traduzione che sia davvero equivalente.

Certo, mi sono posta il problema che non si tratti di mia imperizia nel tradurre..o anche del fatto che sono più abituata ad incontrare quel termine in una lingua che nell'altra. Su questo mi piacerebbe un vostro
feed-back (tanto per restare in tema lol); e se ne avete voglia, un contributo su termini che per motivi analoghi, voi considerate intraducibili: in italiano, in arabo, in dialetto...purché siano parole ed esprimano una "cosa" che, secondo voi, si può dire solo così.

5 commenti:

  1. Ti riporto due vocaboli:

    1) Il primo dal francese (lingua a me osticissima) é "revirement", termine che potremmo tradurre in italiano con "ribaltamento" ma che é cmq "intraducibile" perché ha una valenza più completa. Viene usato spesso in giurisprudenza per indicare una sentenza che ha di fatto "ribaltato" quella del grado precedente. Il termine francese però é, rispetto a quello italiano, onnicomprensivo perché vuole evidenziare il cambiamento non solo di decisione strictu sensu ma proprio di orientamento e motivazione quindi un qualcosa che non inerisce soltanto l'aspetto pratico ma anche quello teorico ossia legato alle ragioni che hanno condotto a quel cambio di rotta.

    2) L'altro termine viene dal latino ed anch'esso si usa in giurisprudenza ed é "rectius".

    Capita che lo utilizzi nei miei post; lo si usa nel senso di voler precisare e correggersi su un punto. "Rectius" in inglese lo si potrebbe tradurre più o meno con "correction" ma anche in quel caso la traduzione non gli renderebbe giustizia.

    Un es potrebbe essere quando scrivo a volte: " oggi vi vorrei parlare, rectius, scrivere, ecc...".

    Ecco in questo caso vediamo come questo secondo vocabolo sia forse ancora più "intraducibile" del primo data la sua efficacissima capacità di sintesi.

    Chiedo scusa se il mio tono dovesse esservi sembrato, in qualche modo, eccessivamente didascalico; con questo post mi sono, infatti, trovato catapultato qui a "dover" scrivere (lol) un tipo di risposta molto diversa dalle solite per il tema particoalre trattato, e non volevo sfigurare :-)))

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  2. Mi piace questa tua nuova rubrica!
    Per quanto riguarda needy, io l'ho sentito usare anche per indicare persone bisognose, nel senso di povere ed indifese, nella necessità di ricevere aiuto materiale e che sono oggetto di attività di beneficenza.

    Un'altra parola intraducibile che mi viene in mente è il francese "Derive", non credo ci sia un corrispondente in italiano. Significa una deviazione dalla norma, un'alterazione del corso naturale che diviene una trasgressione.
    E' sintomatico di quanto i francesi pur avendo questa immagine pubblica di essere trasgressori, in realtà sono dei gran bacchettoni. ;)

    Enrica

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  3. bella rubrica :-)
    io non riesco a tradurre in italiano "privacy"
    e nemmeno "input"

    anche secondo me certi termini andrebbero mantenuti nella lingua d'origine, perché è la lingua che rispecchia la cultura che ha prodotto il bisogno, con un solo termine, d'identificare l'oggetto in questione.
    se in un'altra lingua non si può tradurre una parola è perché l'oggetto, nell'altra cultura, non esiste o non è ben identificabile.

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  4. @rockpoeta: grazie, molto interessante il tuo contributo. Specialmente l'uso tecnico di "revirement" mi ha incuriosita, non lo conoscevo. Anch'io ho temuto nel mio post di apparire "pedante", ma se non si cerca di spiegare gli "intraducibili" con precisione come hai fatto tu, il "gioco" non ha più senso; quindi grazie :-).
    @ Enrica: certo, hai ragione: all'origine "needy" significa proprio "bisognoso", soprattuto nel senso di "povero". E' con il tempo che ha preso l'accezione psicologica, probabilmente soprattutto in inglese americano. Quanto a "dérive" e ai francesi...:-)).
    @ robydick: è vero, hai scelto due begli esempi. Grazie di avere apprezzato la rubrica: a me gli intraducibili affascinano proprio perché, come tu dici, legati ad un concetto e ad un contesto, insomma ad una particolare realtà. Ciao.

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  5. Un'altra parola che mi sembra intraducibile in inglese è "severe". In certi casi è sì traducibile con severo o grave, ma in altri ha un altro significato. Ad esempio: "the earthquake shaking was severe". Si può tradurre con forte o molto forte, ma non rendono abbastanza l'idea, inclemente mi sembra più adatto al tempo. La parola che si avvicina di più è un termine dialettale: "ignorante":)

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