sabato 7 novembre 2009

GLI INTRADUCIBILI (?) E UN FILM







(Above: Colin Firth in three of his utmost facial expressions).



L'espressione "intraducibile" che voglio proporvi è tongue in cheek, cioè letteralmente, "lingua appoggiata all'interno della guancia". Provate a farlo e guardatevi allo specchio: avrete assunto un'espressione un po' cinica, di chi fa le cose " a tavolino", ma non ci crede troppo. Ad esempio, si può scrivere un romanzo "tongue in cheek": anche se, mi dicono, i veri best-seller sono scritti credendoci.

Il film, come avrete intuito lol, è Genova di Michael Winterbottom. Acclamato in Inghilterra, lo attendevo qui con impazienza. E' stata una delusione, non tanto per le immagini stereotipate di Genova (che mi aspettavo), quanto per i cliché anche nei personaggi: la studentessa italiana (anzi, meridionale) procace e intraprendente, il fidanzato italiano inaffidabile, gli operai italiani che corteggiano e quasi insidiano le ragazze...negli anni cinquanta forse, ora lo sanno tutti che sono troppo depressi...Conoscendo un po' la mentalità e i preconcetti di certo mondo anglosassone sulle madri italiane, ci metterei anche l'affascinante ed ambigua figura della mamma-fantasma (italiana anche lei): così possessiva nel suo amore per la figlia piccola, che quasi quasi è tentata di portarsela nell'aldilà.

Colin Firth più inespressivo del previsto, nella parte del vedovo triste, del padre amorevole e ansioso, dell'uomo corteggiato e incuriosito, del professore appassionato dal suo lavoro, dell'amico: sempre uguale lol.
Mi è piaciuta di più Willa Holland nella parte della figlia grande, che reagisce al dolore cercando di stordirsi; ma anche di ritrovare la sua parte bambina, nel ripetere quel gesto di coprirsi gli occhi con le mani, seduta dietro in moto, per indovinare le auto che passano.
Finale brusco, sconcertante, con le bambine che iniziano la scuola in Italia: forse ad indicare un ritorno alla normalità, ma non mi è sembrato affatto chiaro.

Tornando a tongue in cheek, la mia impressione è che il film sia stato fatto così: magari era da tempo che Winterbottom voleva girare un film su Genova, ma lo ha realizzato più per mostrarne gli aspetti secondo lui significativi (quindi con la testa), che con il cuore.

Però mentre ne scrivo...sapete che vi dico gentle readers...il film non è poi così brutto, e alla fine si fa ricordare.

Se non siete di Genova e volete venirci sappiate che la cosa più vera del film, comunque, è il traffico infernale e diabolico di Piazza Cavour.

8 commenti:

  1. Mi commento da sola, e pure off topic! perché voglio vedere se spunta l'immagine accanto al mio profilo. Ne ho pensate tante...gatti, viaggi, il mare, simboli di libertà...i libri, alla fine, comprendono tutto; e nel bene e nel male, sono ciò che mi rappresenta davvero. Per ora.

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  2. Dai, andrà meglio con i prossimi film...Genova è così particolare che secondo me è una splendida "location" per un mondo di storie possibili...accadrà come per Torino...

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  3. Ciao Lupo! io ho anche pensato che Winterbottom avesse fatto confusione tra Genova e Torino, visto che Genova non è poi davvero così "magica" lol. Buona serata.

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  4. C'è da dire che il Chiampa ha astutamente reso gratuita la disponibilità di Torino come location per i film, e quindi ormai è normalissimo gironzolare per la città ed imbattersi in un set...oggi ad esempio davanti alla prefettura in piazza Castello c'erano sacchetti di sabbia ed automezzi militari della seconda guerra mondiale, per un attimo ho temuto fosse partito l'ordine da B. per un colpo di stato:-)))))

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  5. Ciao Licia, penso che prima verrò a visitare finalmente Genova e poi vedrò il film ;)
    Mi piace tanto il tuo avatar, bello!

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  6. Ciao Gaz, ti aspetto; quando vieni fammelo sapere lol.
    Grazie, anch'io sono molto soddisfatta dell'avatar :-)

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