martedì 21 luglio 2009

PAROLE, ARTE, MANIFESTI ,MURI CHE CADONO


Questa immagine di una prima breccia nel muro di Berlino è stata scattata da FREDERIK RAMM, che nel 1989 aveva solo diciassette anni. Io l'ho trovata pubblicata su questo sito di WOLFGANG PRUSCHA: www.viaggio-in-germania.de/muro-foto html. L'ho scelta perché volevo un'immagine che trasmettesse, in qualche modo, le emozioni provate alla mostra Oltre il Muro (sottotitolo Tutto il Teatro in un manifesto - Polonia 1989/2009) a Palazzo Ducale, a Genova.

Si tratta di manifesti, con i quali gli artisti pubblicizzavano sopprattutto opere teatrali o trasposizioni di opere liriche; nei periodi in cui la censura era più rigida la loro creatività si sbizzarriva, anche a livello grafico, in modo eccezionale, proprio per le costrizioni a cui erano sottoposti. La caduta del Muro infuse nuova energia a queste opere artistiche, esenti (diversamente da quelle europee) dalle imposizioni della pubblicità. Arte libera, insomma.

Gentle Bloggers 'n Readers, vi propongo solo la riproduzione di un manifesto di Walkuski, fra quelli che ho preferito:





ma dovete immaginarvi questi poster enormi, i testi stupendi all'inizio, le didascalie LEGGIBILI, COMPRENSIBILI, non nascoste, non sommerse da faretti...cose non tanto scontate, nelle mostre. Però per riprovare quelle emozioni...credo che dovreste andarci. Non solo per gli splendidi manifesti, ma anche per le foto e le didascalie poetiche di Paolo Rumiz e Monika Bulay, ammirevolmente scelte ed esposte, per i filmati in lingua originale (sottotitoli? solo dove sono indispensabili), per le installazioni (alcune sconvolgenti). Effetto dépaysement assicurato, a meno che non siate di origine polacca.

Voglio lasciarvi con le parole che aprono la mostra. Sono state scritte da Wieslawa Stymborska (ci ho messo di più a scrivere il suo nome che tutto il post lol) e rese mirabilmente in italiano da Pietro Marchesani suo fedele traduttore. Per me dicono già tutto sul valore dell'arte, sulla poesia della lingua e sull'incomunicabilità tra i popoli, ma soprattutto tra le menti:

"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?" mi ha chiesto, e ha tirato un sospiro di sollievo. Infatti sono saltati fuori tanti di quei paesi che la cosa migliore è parlare del clima.
"Oh, Signora" vorrei risponderle, " i poeti del mio paese scrivono in guanti. Non dico che non se li tolgano mai - quando la luna scalda, allora sì.
In strofe composte di grida tonanti, perché solo questo penetra attraverso il mugghio della tempesta - cantano l'esistenza semplice dei pastori di foche. I classici incidono con ghiaccioli d'inchiostro su cumuli di neve calpestati. (...) Chi si vuole annegare deve avere una scure per fare un buco nel ghiaccio. Oh, Signora, mia cara Signora!"
E' così che vorrei risponderle, .
Ma ho dimenticato come si dice foca in francese.
Non sono sicuro del ghiacciolo e del buco nel ghiaccio.
"La Pologne? La Pologne? Deve esserci un freddo terribile, vero?"
"Pas du tout" rispondo glacialmente.

5 commenti:

  1. Quando un post ti fa venire voglia di partire subito per andare a vedere quel di cui parla, vuol dire che è venuto benissimo:-)))

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  2. Molto interessante questa mostra! Se fossi da quelle parti andrei subito.
    E grazie per quel tocco di umanità e poesia da un paese come la Polonia... per me così sconosciuto...
    Enrica

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  3. @ lupo: grazie, è un bellissimo complimento. E bentornato!.-)))

    @ Enrica: sì, io un tempo frequentavo amici immigrati dalla Polonia ma non è per questo, credo, che mi ha colpita. E' proprio bella la mostra. Grazie a te per i tuoi commenti smpre attenti e sensibili .-))

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  4. Un muro che cade e' sempre una splendida immagine. La breccia nel muro e' l'incipit di quello che seguira' e quindi secondo il "sabatodelvillaggio-pensiero" ancoro piu' gioioso.
    In attesa di leggere quanto mi sono persa ti auguro una buona giornata.

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